sabato 8 aprile 2017

"ALLA RICERCA DELLA NAVE PERDUTA", A NEMI SONO INIZIATE LE RICERCHE DELLA TERZA NAVE DELL'IMPERATORE CALIGOLA






"Alla ricerca della nave perduta", il Sindaco Alberto Bertucci il 5 Aprile ha dato  il via ufficiale alla ricerca della terza nave romana di Caligola,  alla presenza della Direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli, di Luigi Dattola, geologo del Centro Geologia e Amianto dell'Arpacal, del comandante della Guardia Costiera Roma e Provincia di stanza a Fiumicino Fabrizio Ratto Vaquer, del Nucleo subacquei dell’Arma dei Carabinieri, dell'architetto Giuliano Di Benedetti.

Qui tutte le foto.
Qui e qui i video di presentazione del progetto

Il Nucleo subacquei dell’Arma dei Carabinieri, scandaglierà per una settimana le acque del lago di Nemi alla ricerca della nave. Luigi Dattola, coordinerà la ricerca per cui verrano utilizzati un “side scan sonar” per realizzare la mappatura del fondale, e un “sub bottom profiler”. sistema che permette di identificare la sequenza litostratigrafica presente sul fondale econsente di ottenere profili fino a quattro  metri al di sotto del fondale.
Nella seconda la fase si elaboreranno i dati per trovare  elementi a sostegno della  presenza della nave romana che potrebbe essere occultata da strati di limo e detriti. Se tracce dell’imponente nave non si trovassero, l’operazione avrà comunque permesso di eseguire una attenta analisi del fondale lacustre e la sua mappatura.
Abbiamo seguito in barca l’inizio della mappatura con il“side scan sonar”, fino al punto più profondo del lago, in cui si ipotizza che si trovi la terza nave.


L’ipotesi della presenza di una terza nave è sostenuta dall’architetto Giuliano Di Benedetti. Basandosi su documenti antichi, lo studioso ha trovato elementi che fanno pensare che Caligola fece costruire tre navi sul lago di Nemi: la terza imbarcazione, molto più grande delle altre due recuperate nel 1929 e poi distrutte nel 1944 dall’incendio del  Museo delle Navi, sarebbe addossata alla costa del lago che "guarda a levante" cioè dalla parte opposta a quella dove furono rinvenute le altre due.
A sostegno della sua ipotesi l’architetto Di Benedetti afferma che “le misure rilevate da l'ingegnere militare bolognese Francesco De Marchi nel 1535 e da Leonardo Bufalini  erano notevolmente diverse da quelle delle due navi recuperate. Quindi la nave indicata da Leon Battista Alberti - ed esplorata verso il 1460 con l'aiuto di esperti nuotatori genovesi -, da Leonardo da Vinci - i cui allievi, nel 1512 , grazie ad una campana da lui ideata, riescono a scendere sott'acqua ed a vedere la nave -, da Francesco De Marchi, Leonardo Bufalini e Annesio Fusco  era un’altra, la terza, molto più grande e posta ad oltre un chilometro di distanza dal punto in cui furono ritrovate le altre due.” 
Qui L'architetto Di Benedetti ci illustra le foto dell'ipotetico fasciame della nave cercata.

L'architetto Giuliano Di Benedetti

LE NAVI ROMANE DI NEMI
Le navi imperiali del Lago di Nemi risalgono al periodo dell’imperatore Caligola (12-41 d.C.) e rappresentano un esempio importantissimo di tecnica navale romana.
Svetonio le descrive nelle «Vite dei Cesari»: «Dieci file di remi, la poppa brillante di gioielli, ampi bagni, gallerie e saloni, sempre rifornite di gran varietà di viti e alberi da frutto»
Caligola aveva un profondo interesse per la marineria e una grande e capacità di avvalersi di tecnici competenti; la testimonianza più significativa sono proprio le due navi che l'imperatore fece costruire e ormeggiare nel lago di Nemi. Lunghe 70 metri e larghe 20 avevano funzione di Palazzo l’una e di nave cerimoniale l'altra. Caligola si ispirò a precedenti esempi di età ellenistica, le navi infatti sono considerate la naturale prosecuzione in età romana degli spettacolari Navigli descritti da Moschione - tecnico navale- e Callistino. Le navi nemorensi hanno senza dubbio la ricchezza fuor di misura dell'apparato decorativo della villa e del santuario costruiti sulla sponda del Lago, per questo realizzazioni pressoché ineguagliabili. Costruite in legno, accanto agli strumenti propri dell’ingegneria navale, sono stati recuperati  arredi e suppellettili di lusso propri dell'architettura stabile dei palazzi e delle residenze di prestigio: erme bifronte e una transenna di bronzo,  mosaici, colonne di marmi vari, lastre di terracotta figurata impiegate per decorare le pareti. 

IL MUSEO DELLE NAVI
Il museo venne costruito tra il 1933 e il 1939 sulla riva settentrionale del lago per ospitare le due gigantesche navi imperiali di Caligola recuperate nelle acque del bacino tra il 1929 e il 1931; primo museo in Italia e forse in Europa ad essere costruito in funzione del suo contenuto: due scafi delle misure rispettivamente di metri 71,30 x 20 e m 73 x 24. 
Fu distrutto da un incendio nel 1944, riaperto nel 1953 e poi chiuso nel 1962. Nel 1988 fu definitivamente riaperto con un  nuovo allestimento in cui l'ala sinistra è dedicata alle navi. Sono esposti alcuni materiali scampati all'incendio, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo due ancore il rivestimento della ruota di prua,  attrezzature di bordo originali o ricostruite, (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una piattaforma su cuscinetti a sfera), Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5 e la ricostruzione in scala al vero dell'aposticcio di poppa della prima nave, su cui sono state posizionate le copie in bronzo delle cassette con protomi ferine; è inoltre visibile un tratto di basolato romano inglobato nel museo,  il clivus birbi, che da Ariccia conduceva al santuario di Diana.

L'incendio del museo, provocato dalle truppe tedesche in ritirata durante l'ultimo conflitto mondiale,  ha distrutto uno degli esempi più completi di architettura navale, non esistono fonti che parlano di un'opera così importante che sicuramente non passò inosservata, una “damnatio memoriae”che ha condannato Caligola e le sue opere all’oblio.
La Direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli

Bibliografia
AA.VV., Caligola. La trasgressione al potere, Gangemi editore
AA.VV., Sulle tracce di Caligola: Storie di grandi recuperi della Guardia di Finanza,Gangemi editore
AA.VV., Ai confini di Roma: Tesori archeologici dai musei della provincia, Gangemi editore
Sitografia
http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=151036&pagename=157031

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